Luce e tenebre. Bene e male. Salvezza e condanna

Il Vangelo ci pone davanti la verità che per Gesù non esiste una parte di persone che “merita” la vita eterna. Tutti noi “meritiamo” la vita eterna, se crediamo in Lui.

E, per essere più precisi, se ci lasciamo amare da Gesù, se crediamo nel Suo amore.

Dio non ha mandato il Suo unico Figlio nella terra per “darci una lezione”, per condannarci o imporci una dottrina. Gesù è nato in mezzo a noi, in mezzo a tutti noi, per permetterci di scegliere di lasciarci amare e di amarLo.

Nessuno è escluso, nessuno è privilegiato.

Se siamo in grado di mettere da parte le nostre vanità, i nostri pregiudizi e le nostre superbie, allora possiamo raggiungere la Vita eterna. Possiamo raggiungerla già oggi, senza dover aspettare.

C’è ancora tempo per cambiare, per affidarsi, per credere.

Ci guardiamo, però, attorno, ascoltiamo le notizie al telegiornale e tutto ciò che ci circonda è distruzione.

Quante guerre, quante esplosioni, quanti innocenti vengono sacrificati? e tutto questo per una mera sete di potere.

Mai come oggi sentiamo il Male che dilaga e, di conseguenza, le Tenebre che avvolgono la Terra.

Eppure, sarebbe così semplice fare un passo al di là, verso la Luce: sentire il calore umano sulla pelle, la carezza di Dio sul volto.

Chi è abituato a stare al buio, però, appena fa un passo verso la luce soffre, ne è infastidito. Così è anche per la venuta di Gesù. Lui voleva, con una semplicità disarmante, amarci gratuitamente. Troppo odio e troppa violenza hanno però abituato le persone a preferire il Male e a provare fastidio verso il Bene.

La speranza, tuttavia, non deve vacillare. Gesù non ci ha lasciati soli, nonostante tutto.

Ogni anno ci ricorda quello che Lui ha fatto per noi: crocifisso, è morto, si è sacrificato per salvarci.

Allora, da lì, noi dobbiamo ripartire, dalla consapevolezza che, per quanto abbiamo preferito stare all’ombra in passato, la possibilità di fare un passo verso la Luce c’è.

È difficile pensare che Qualcuno sia stato così pieno d’amore e coraggioso da morire per noi. Un Qualcuno che a volte facciamo anche finta di non conoscere: forse per paura, forse per disinteresse o, forse ancora, perché questo Suo sacrificio ci lascia letteralmente attoniti.

Ci chiediamo se ce lo meritiamo.

Ogni nostro rifiuto verso la Verità non è una condanna da parte di Dio, ma una condanna da parte di noi stessi.

Lui ci ama, non ci condanna.

Siamo noi che, spesso, non amiamo noi stessi (figuriamoci gli altri!) e quindi ci condanniamo da soli.

Ripartiamo da qui, dalla consapevolezza che Dio ha dato tutto per noi e che noi possiamo ancora camminare verso Lui.

Scegliamo la Luce, e non le Tenebre. Facciamo il Bene, non il Male.

Cerchiamo la salvezza e non la condanna.

Nicola E. a nome della Pastorale Giovanile

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