Marzo 23, 2024

Il Figlio di Dio

Gesù decide di manifestarsi pubblicamente come il Messia nella Sua entrata a Gerusalemme.

Messia significa “Unto con l’olio”; e indica una benedizione indelebile e particolare da parte di Dio e l’affidamento di una missione speciale a favore di tutto il popolo.

Vi entra seduto su un asino, indifeso, con l’intenzione di lasciarsi incontrare da tutti. Viene come colui che serve, per questo cavalca un umile animale da servizio quotidiano.

La folla, che inneggia a Gesù con il titolo di Re, grida «Osanna al figlio di Davide», taglia i rami degli alberi e stende i mantelli a terra come segno di sottomissione e di riverenza, ma non lo vede come un Re umile e di pace, bensì come un Re potente, che con la forza e il potere avrebbe dovuto inaugurare il nuovo Regno di Israele.

Egli, però, non si presenta come un condottiero di guerra, su un cavallo o su di un carro, ma come un Principe di Pace, perché Lui è veramente Re, ma il suo regno non si basa sul potere e la forza.

Egli è un Re umile e povero, venuto per amare e servire, fino ad immolarsi sulla croce.

Da lì a poco seguiranno le ore tragiche della passione nelle quali una domanda verrà ripetuta da cuori induriti e avvolti dalle tenebre del potere: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?» e «Tu sei il Re dei Giudei?»

Solo sotto la croce, e per bocca di un soldato romano, verrà detto: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio». Entriamo nella Settimana Santa e anche per noi è importante domandarci: «Chi sei Tu, per me, Signore?». Sei un dovere morale? Un nome astratto? Un retaggio dell’infanzia? Una tradizione ereditata, come tante altre?

O sei la Presenza sicura su cui poggia la mia vita, l’Amore fedele che mi ama sempre e comunque, l’Unico davanti al quale splendo di bellezza perché così Tu mi hai desiderato?

Come per il Centurione, è seguendo Gesù e contemplandolo inchiodato per amore sulla croce che anche noi possiamo dire: «Tu sei il Figlio di Dio e il mio Signore, Colui che con la Sua morte e Resurrezione ha benedetto anche ogni mio dolore, si prende cura con tenerezza della mia fragilità consolandomi e donandomi la Sua Luce e la Sua Vita, oggi e ogni mio giorno, per l’eternità».

Gesù, Tu sei il Re. Tu sei il mio Re.

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