La parabola del Figliol Prodigo è un brano del Vangelo di Luca denso di significato, in grado di parlare a tutti, comunicando a ogni lettura qualcosa di diverso in base all’esperienza che noi stessi stiamo vivendo. Quante volte nel corso della nostra vita abbiamo sbagliato, allontanandoci dagli affetti più cari per seguire felicità apparenti ma vuote, come accade al fratello minore? Quante volte invece, come il fratello maggiore, siamo stati invidiosi e abbiamo giudicato senza pietà coloro che ritenevamo inferiori o sbagliati rispetto a noi e alla nostra ferrea morale? Quale dei due fratelli ha ragione? Entrambi, solo uno o nessuno dei due?
Sia il fratello minore che il fratello maggiore dimentican che ciascuno di noi è allo stesso tempo fratello e figlio di un Padre: un Padre che accoglie, anche nei nostri errori e nelle nostre fragilità, e che quando ci ritrova non si limita al perdono, ma fa addirittura una festa, ammazza il vitello grasso; un Padre a cui non ha molto senso chiedere un premio, una ricompensa o un riconoscimento pubblico, perché ci dice che quello che è suo possiamo prenderlo perchè è già anche nostro; un Padre che non rimprovera o giudica nessuno dei suoi figli, ma che insegna ad amare il proprio prossimo, anche se questo sbaglia una, dieci, cento o mille volte.
Anche noi, nella nostra vita, dovremmo stare attenti a non farci trascinare dalla logica di chi pensa solamente a se stesso, di chi calcola cosa gli è dovuto, di che non riesce a gioire e a fare festa per un fratello ritrovato; al contrario, è proprio nel riconoscere i nostri sbagli e i nostri errori attraverso un pentimento sincero e profondo che abbiamo l’occasione di “tornare in noi”, di ritrovare la nostra parte migliore e di essere accolti da quel Padre che ci fa sentire desiderati e amati.
Gli educatori dei pre-adolescenti e adolescenti
