Parte tutto dal Signore Gesù Cristo, ha bussato alla porta del mio cuore e con discrezione mi ha chiesto di essere ministro straordinario della Comunione.
E’ un servizio che risponde a una richiesta: quella di una comunità cristiana che attraverso la persona del parroco chiede di farsi prossimo a chi è impossibilitato a partecipare alla celebrazione Eucaristica comunitaria domenicale.
Portare la Comunione nel momento della visita agli ammalati permette a costoro di sentirsi uniti a Gesù e confortati da Lui e sentirsi parte della comunità.
“Ogni volta che avete fatto queste cose ad uno solo di questi miei fratelli l'avete fatto a me”: far visita ai malati e anziani diventa così un atto di carità, di amore e di comunione.
Quando entro in una casa come Ministro Straordinario della Comunione, mi sento strumento attraverso cui Gesù si serve per portare la sua vicinanza/amore.
Non vado di fretta, dono del mio tempo ad ascoltare e a condividere quello che desiderano raccontarmi.
Serve delicatezza, attenzione all’altro, capacità di saper ascoltare e distinguere quando è il caso di parlare o ascoltare, andare incontro ai bisogni di chi si ha davanti, oltre a una preparazione mai scontata.
Prima di iniziare il servizio, mi metto in ginocchio e prego nostro Signore Gesù Cristo di aiutarmi a compiere questo servizio con dignità ed amore e di essere consapevole che sto portando Lui stesso a uomini e donne bisognosi di Lui; nei loro volti vedo Gesù Cristo, il Suo immenso amore.
E’ un servizio impegnativo che non reca gioia solo a chi ne riceve beneficio ma anche a chi lo vive, crescendo nella dimensione spirituale ed ecclesiale.
I Ministri Straordinari della Comunione