Ecco alcune testimonianze di coloro che hanno accompagnato
i ragazzi al compimento dell'IC
Essere catechista non è semplicemente un impegno a servizio della comunità, è soprattutto un privilegio: parlare ragazzi di Gesù è ogni volta un'esperienza diversa e ricca di scambi. Io li accompagno a scoprire i suoi insegnamenti e i ragazzi mi aiutano a crescere nella fede con tante belle riflessioni.
La preparazione ai sacramenti della Cresima e dell’Eucarestia è il momento che ho amato di più, all'inizio avevo un sacco di domande: “riuscirò a trasmettere davvero il significato dei doni che riceveranno? Sono all'altezza di questo compito?”. Documentandomi un po’ e chiedendo aiuto ai presbiteri per i contenuti spirituali, ho compreso che la chiave di lettura per spiegare i sacramenti ai ragazzi è la mia semplice esperienza con la cresima e la prima comunione: cosa provo quando la domenica ricevo il corpo di Cristo? Sento che Gesù vive in me e c’è la pace nel mio cuore? E così è nata l'idea di parlare ai ragazzi della casa che abbiamo nel cuore dove ospitiamo Gesù.
Per la cresima ho pensato invece al mio impegno: ho promesso Gesù che mi sarei messa a servizio della mia comunità con ciò che sapevo fare meglio, ho fatto l'animatrice acr, grest, camposcuola e poi è iniziato il mio percorso come catechista. Questo dovevo trasmettere ragazzi: seguire Gesù partendo dai nostri talenti e accoglierlo nel cuore ogni volta che si ha l'opportunità di ricevere la comunione.
La "squadra" ha inciso molto sulla buona riuscita degli incontri con i ragazzi: essere in sinergia e capirsi al volo tra catechisti, su quello che si trasmette non è così scontato…eppure a noi veniva naturale. La sintonia che si è creata tra di noi non è stata "questione di fortuna", ma segno della volontà di Dio che ci ha chiamati e ha voluto che fossimo proprio noi, insieme ed uniti con un unico obiettivo: portare i ragazzi a prepararsi per il primo grande incontro con Gesù.
Quando, guardandoli, ho chiamato i ragazzi uno ad uno per nome, la risposta "Eccomi", dalla più timida alla più tonante, è risuonata diversa come diversi e unici sono loro. Il mio augurio è di continuare il cammino iniziato, nel nome del bene e seguendo gli insegnamenti di Gesù.
In questo periodo di particolare difficoltà, proprio loro che hanno appena ricevuto i doni dello Spirito, possono essere luce per gli altri, e semi di un bene che ci auguriamo non smetta mai di prosperare.
Durante le celebrazioni, la luce negli occhi dei ragazzi, l'emozione ed i sorrisi solo in parte celati dalle mascherine, sono stati un dono che mi ha ripagata di tutto. L'impossibilità poi di celebrare con l'intera comunità questi momenti, si è dimostrata solo in parte un limite; il poterlo fare in modo intimo e familiare, ha reso ancora più sentito il significato dei doni che hanno ricevuto.
Alcune catechiste del gruppo Emmaus