Con la sessione plenaria dell’Assemblea sinodale del 15 aprile 2023, nel Seminario Maggiore di Padova, continua il viaggio del Sinodo. E’ un percorso lungo, iniziato domenica 16 maggio 2021, solennità dell’Ascensione, con la Celebrazione Eucaristica e l’Indizione (annuncio solenne) del Sinodo diocesano. Con gli spazi di dialogo, (da ottobre 2021 a gennaio 2022), guidati dai facilitatori (circa 2000), ha avuto inizio, con la partecipazione di circa 11.250 persone, un primo ascolto che ha messo a fuoco i “punti di rottura” e i “germogli” che si riscontrano nella vita delle persone e nelle nostre comunità.

Nel mese di febbraio 2022, la Commissione preparatoria ha ricevuto tremila pagine di relazioni dalle parrocchie che hanno permesso di formulare 14 temi su cui concentrare il cammino di discernimento comunitario. Domenica 5 giugno, solennità di Pentecoste, il Vescovo Claudio ha celebrato l’Apertura del Sinodo diocesano.

Dal mese di ottobre 2022 a gennaio 2023 i 14 temi, raccolti nello Strumento di lavoro 1, vengono affidati ai gruppi di discernimento (1303 gruppi con 10.570 partecipanti) guidati dai moderatori e diventano piste di riflessione per individuare delle proposte di cambiamento da discutere in Assemblea sinodale. Le proposte (provenienti da 1176 schede di restituzione) sono state esaminate da 28 Commissioni di studio in cui è stata divisa l’Assemblea. Il lavoro delle Commissioni è stato trasmesso alla Presidenza del Sinodo che ha predisposto lo Strumento di lavoro 2, un documento che rappresenta il punto di partenza del lavoro dell’Assemblea del Sinodo per delineare il futuro della Chiesa di Padova.

 Il 15 aprile, l’Assemblea del Sinodo (di 366 membri), divisa in gruppi di lavoro, ha iniziato ad esaminare con lo stile del discernimento questo documento per arrivare a scelte decisive per un ripensamento della Chiesa diocesana. Il lavoro dell’Assemblea è appena iniziato sotto l’influsso dello Spirito Santo. In questo cammino c’è bisogno di sostegno da parte delle parrocchie e la preghiera diventa essenziale per essere vicini ai membri dell’Assemblea. Molte chiese della diocesi sono state invitate a restare aperte durante le sessioni plenarie. Anche le nostre comunità di Centrale, Grumolo P. e Zugliano in collaborazione con quelle di Zanè hanno aderito a quest’invito.

 Quello che stiamo vivendo è un vero cambiamento epocale, afferma papa Francesco, e il Vescovo Claudio con il processo del Sinodo ha colto quest’esigenza di cambiamento per dare un nuovo volto alla nostra Chiesa, chiamando tutti in questo cammino di riflessione.

 Il Sinodo è un’esperienza ecclesiale, perché l’essere Chiesa implica la disponibilità a camminare insieme per condividere una visione, una nuova prospettiva, individuando le tappe e le modalità del cambiamento, che permettano di annunciare la gioia del Vangelo. Il Sinodo è anche un’esperienza spirituale, perché ispirata dallo Spirito Santo che accompagna sempre la nostra Chiesa.

Antonio Cipriano membro dell’Assemblea del Sinodo

Con il cammino di iniziazione cristiana è cambiato anche il modo di “fare il catechista”: percorsi, orari, metodi, nomi nuovi che ormai – dopo quasi dieci anni – sono diventati più familiari. Non vogliamo però fermarci su questo, ma riflettere insieme su che cosa vuol dire “essere catechista”. Lo chiediamo al nostro vescovo Claudio.

Il Direttorio per la catechesi del 2020, così come Antiquum ministerium (2021) di papa Francesco, parlano di vocazione del catechista. Al di là dei modi diversi di “fare” il catechista, secondo lei quali sono le qualità che non possono mancare per “essere” catechista?

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I Gruppi di discernimento sinodale sono piccoli gruppi (di 7-12 persone) che, accompagnati da un moderatore, sono chiamati a confrontarsi su uno dei temi del Sinodo diocesano. Si incontreranno nei mesi da ottobre a dicembre 2022, lavorando per tre incontri su tracce predisposte dalla diocesi.

Rispetto agli Spazi di dialogo, che hanno animato l’anno di preparazione al Sinodo diocesano, i Gruppi di discernimento sinodale lavorano ora su un tema preciso del Sinodo. Lo stile rimane fortemente orientato all’ascolto e allo scambio fraterno, ma il significato dell’esperienza avrà ora al centro il discernimento comunitario, che ruota attorno alla domanda “Cosa vuole il Signore dalla Chiesa di Padova?”, accompagnato dall’invocazione allo Spirito e dalla preghiera. 

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Guardàti e chiamàti. Lasciarsi guardare e sentirsi chiamare. È un’esperienza che leggiamo più volte nel Vangelo. Il giovane ricco (Mc 10,21), Zaccheo (Lc 19,4-5), Pietro (Gv 1,42) si sono sentiti chiamati a partire dallo sguardo di Gesù che si è posato su di loro. Esperienza che avviene anche nell’adorazione eucaristica: il Signore Gesù Eucaristia è lì davanti a te, tu lo guardi, lui ti guarda, ti lasci guardare da lui e intuisci che quello sguardo chiama a un di più: a mettersi in gioco, a donarsi, a seguirlo. Leggiamo questo movimento anche nei due beati Carlo Acutis e Sandra Sabattini.

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