“Negli ultimi anni abbiamo assistito a una terribile guerra nella regione del Tigrè e nelle aree limitrofe. Nel corso del conflitto abbiamo visto le forze belligeranti distruggere e rubare le risorse alimentari delle case e dei campi appartenenti alla popolazione. Per molti mesi non è stato possibile far giungere gli alimenti a coloro che ne avevano un disperato bisogno. E anche dopo aver ottenuto l’autorizzazione per la distribuzione degli aiuti alimentari, alcuni, non riuscendo a controllare la propria avidità, hanno sottratto il cibo agli sfollati e ai disperati”. Lo afferma Abune Tesfaselassie Medhin, vescovo dell’Eparchia cattolica di Adigrat, in una lettera-appello pubblica indirizzata a Usaid (Agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale) e a Unwfp (Programma alimentare mondiale, agenzia Onu).

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Sarà celebrata il 22 gennaio 2023 la quarta Domenica della Parola di Dio, giornata istituita da Papa Francesco il 30 settembre 2019. Il motto di questa edizione è ripreso dal Vangelo di Giovanni: «Vi annunziamo ciò che abbiamo veduto» (1Gv 1, 3). Alle ore 9.30 di domenica 22 gennaio il Papa presiederà la celebrazione della Santa Eucarestia nella Basilica di San Pietro e, a seguire, con lo scopo di ravvivare la responsabilità che i credenti hanno nella conoscenza della Sacra Scrittura, donerà ai presenti il Vangelo di Matteo.

Durante la celebrazione saranno conferiti a donne e uomini laici i ministeri del Lettorato e del Catechista, in particolare tre persone riceveranno il ministero del Lettorato e sette quello di Catechista. Sono fedeli laici e laiche che intendono rappresentare il Popolo di Dio, e provengono da Italia, Congo, Filippine, Messico e Galles. L’evento sarà ripreso in diretta televisiva da Vatican Media e sarà trasmesso, in streaming, sul portale di Vatican News (vaticannews.va) e in diretta dalle principali emittenti televisive del mondo. In Italia, fra gli altri, da Rai1 e Tv2000.

Anche nelle nostre comunità pregheremo insieme perchè la Parola di Dio diventi sempre più il nostro riferimento e la nostra guida nelle vicende della vita e guidi la Chiesa tutta verso l'unità visibile.

Potremmo impegnarci a leggere, nelle prossime settimane, il vangelo di Matteo. Un gesto concreto per conoscere la Sacra Scrittura dove dimora in modo particolare la Parola di Dio.

La primavera inoltrata chiama tutti ad uscire, a stare all’aperto in serena compagnia o attività e tale risveglio vorremmo segnasse il passo anche delle comunità parrocchiali e dell’interesse di ogni cristiano per la storia, non tanto quella dei libri ma quella che si svolge ogni giorno nelle diverse parti del mondo.
L’annuale Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni viene a ricordarci che è proprio questa la chiamata di ogni comunità e, in particolare, di ogni giovane: il Risorto ci chiama da dentro le pagine di tante relazioni e situazioni, anche impegnative, interpellando la nostra capacità di amare e di servire la vita per collaborare con lui nel “fare la storia”, come indicato da Papa Francesco al n. 116 dell’Enciclica Fratelli tutti.

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“In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo” (Matteo 2, 2)

Questo versetto viene offerto a tutti noi cristiani appartenenti a varie Chiese, come spunto di meditazione per la celebrazione delle veglie in occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani di quest’anno. Un versetto che estende ed attualizza nel nostro presente la celebrazione della grande festa dell’Incarnazione della Seconda Persona della Santissima Trinità, che abbiamo festeggiato poco tempo fa. In questa Settimana, la Chiesa di Cristo invita i suoi figli a pregare per la così tanto desiderata, ma così lacerata nei secoli, unità visibile della Chiesa. Rivolge questo invito sempre inalterato nei momenti felici, nei momenti di guerra, di carestie, di malattie. Non lo rivolge riferendosi all’uomo, stressato da tante preoccupazioni e dalle tentazioni tramite le quali la nostra epoca cerca di distrarlo, rendendolo indifferente verso le questioni di fede, ma lo rivolge, perlopiù, alle conseguenze che queste distrazioni e tentazioni, in generale, portano, come la paura, l’angoscia, la mancanza di fiducia verso il prossimo, che potenzialmente rischia di diventare la causa della nostra sofferenza. L’umanità di oggi si richiude in se stessa, cerca di recidere i rapporti con il prossimo e vivere non soltanto in una separatezza fisica, ma in un isolamento spirituale, che fa crescere a dismisura la sua solitudine e la sua sofferenza psicofisica. Arenandosi nella loro solitudine esistenziale, gli uomini e le donne di oggi gridano a se stessi e si chiedono: ma che valore può avere la nostra preghiera davanti alle tante divisioni che strappano l’unica tunica di Cristo? Che valore può avere la preghiera di fronte al dominio della morte? Non si può rispondere a queste domande, se prima l’essere umano non accetta spiritualmente il grande evento della Visita Divina.

(Testo estrapolato dall'introduzione al libretto per l'animazione della settimana di preghiera 2022)

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