Gesù si recò sul monte degli Ulivi, luogo prediletto da Gesù per pregare.
Gli scribi e i farisei lo vogliono mettere alla prova, quasi a voler dire che la preghiera è un luogo dove si preparano le più grandi prove.
Gli conducono una donna sorpresa in adulterio, che secondo la legge di Mosè doveva essere lapidata. In cosa consiste questa prova? Scegliere la cosa giusta davanti ad una evidente cosa ingiusta.
Noi preghiamo soprattutto per imparare a fare la cosa giusta. Ma la giustizia che deriva dalla preghiera di Gesù è diversa dalla giustizia dei farisei. Vogliono questa donna morta, mentre Gesù vuole la conversione per questa donna.
Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Rivela che Gesù è luce del mondo che fa apparire la verità, fa vedere ciò che è nascosto nelle persone, nel loro intimo. Il gesto di Gesù fa rinascere la donna e le restituisce la dignità come donna e figlia di Dio.
La prima cosa giusta che fa la preghiera è insegnarci ad avere consapevolezza di chi siamo, ritrovare la libertà.
La seconda cosa è ricordarci per cosa vale la pena ricominciare a vivere, cambiare vita, facendo nascere un mondo nuovo in cui la speranza viene offerta a tutti: Dio è colui che non dispera di nessuno.
E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
Scegliere di vivere lontani dal peccato è il più grande frutto della preghiera.
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