Può forse un bel pesciolino rosso che solitamente è immerso in un acquario pieno d’acqua pulita trovare un ambiente altrettanto vitale in un bosco di faggi? O un lupacchiotto della foresta trovare il suo spazio per vivere se immerso nel maestoso oceano?
La risposta è: assolutamente NO! Perché? Perché ognuno ha il suo ambiente che gli permette di crescere e svilupparsi; ogni creatura può vivere e dare il meglio di sé solo se immersa nel suo ambiente vitale.
Un passo importante per iniziare a cogliere la preghiera come una vera e propria immersione in Dio, è diventare consapevoli che solo in LUI troveremo l’ “ambiente vitale” in cui immergerci quotidianamente per “respirare” aria fresca e aria pulita.
Quale differenza c’è tra l’aria di una grigia giornata nebbiosa e l’aria di una limpida giornata di sole? Mentre la prima è “pesante” e carica di umidità, la seconda è “leggera”, pulita, fresca e piacevole da respirare. Ecco quale differenza intercorre tra l’immergersi in LUI piuttosto che in un suo “fantasma”; immergersi nella meravigliosa esperienza vitale di Yeshua “Colui che sana-salva” piuttosto che in un’idea di Lui che mi sono costruito nel tempo.
L’armonia (non la perfezione) che suscita l’immersione vitale in LUI (ovvero la preghiera) è assolutamente riconoscibile da quella sensazione di pace che fa scaturire gratitudine. Non si tratta semplicemente di vuote emozioni o intimistiche sensazioni ma di un sentire profondo che ci fa percepire la forza della vita stessa. È l’energia dell’Incontro con Lui che fa fiorire nel cuore il desiderio di ringraziare suscitando talvolta profonda commozione.
don Mauro