Giugno 4, 2022

Il Signore ci chiama a "fare la storia" con Lui /6

Annunciare la Luce del Vangelo è la vocazione maturata in Tiberio, sposato e padre di tre ragazze, prossimo all’ordinazione diaconale

«Mi chiamo Tiberio, ho 47 anni e vivo a Lusiana nella frazione di Velo. Sono cresciuto a Santa Caterina, una frazione dello stesso comune, dove con papà Eraldo, mamma Antonietta e il fratello Michele ho condiviso la casa di famiglia per ventisette anni, fino al giorno cui mi sono sposato con Anna. Dalla nostra unione sono “germogliati tre bellissimi fiori” che sono le nostre tre figlie: Maria di 18 anni, Carlotta di 13 e Adele Fatima di 7 anni (nata il 13 Maggio del 2015, ecco perché il secondo nome Fatima).

Nella piccola parrocchia di Santa Caterina è iniziato il mio cammino di cristiano, ricevendo il 29 marzo 1975 il Sacramento del Battesimo. Solo dopo mi sono reso conto che anch’io, da quel 29 marzo, sono stato chiamato ad avere un posto nel disegno di Dio. E’ da quel giorno che Dio mi chiama veramente per nome, che posso chiamarlo con il nome di Padre, che appartengo completamente a Gesù Cristo, facendone parte viva del suo corpo inserendomi nella comunità della Chiesa per tutta la vita. Ripeto, solo in questi ultimi 15 anni ho veramente capito l’importanza di quella “triplice immersione”, e che da quella “sacra unzione” la mia vita è indirizzata a una meta precisa e tutt’altro che irraggiungibile.

Questa meta, che sto cercando di raggiungere a piccoli passi, ha visto la sua “effettiva partenza” mentre in una serata di metà luglio del 2012 osservavo il tramonto del sole seduto in una scogliera davanti al mare; in quel momento stavo meditando la Parola del giorno e pregavo la Liturgia delle Ore con la recita del Vespro.

È stato lì, in quel preciso istante, che ho capito che il Signore chiedeva qualcosa di più alla mia fede, mi è allora balzata subito in mente la “Parabola del seminatore”; ho riflettuto per più di un’ora sul fatto che sono un battezzato ma, nonostante questo, il mio seme continua a cadere nel terreno sassoso, nonostante accoglievo la Parola di Dio con gioia non avevo “le radici” perché ero una persona incostante, e il seme, di sua volta, cadeva tra i rovi ed era soffocato da tutti i miei affanni, le mie preoccupazioni, la mia seduzione di ricchezza.

Questo mia consapevolezza è stata quindi uno “spalancare gli occhi “su quello che ero stato finora e quello che sarei potuto diventare; come dire, mi sono guardato indietro, ma nello stesso tempo mi stavo accorgendo che dovevo guardare avanti.

Ho continuato quindi a cercare questi momenti intimi di preghiera con Dio. Mi soffermavo metodicamente per almeno un’ora al giorno per mettermi in ascolto della Parola che il Signore mi offriva sempre. Approfondendo sempre di più questa Parola di Grazia, mi sono reso conto che avevo delle notevoli lacune sulla conoscenza dei testi Sacri. Contrariato e infastidito per questa mia ignoranza, ho deciso di iscrivermi nel settembre del 2014 alla Facoltà Teologica del Triveneto presso l’Istituto di Scienze Religiose di Vicenza e di iniziare così un percorso di studi con serietà, riuscendo a frequentare le lezioni alla sera e a sostenere a mano a mano i rispettivi esami.

Per quanto riguarda le motivazioni personali che mi portano a chiedere di diventare Diacono Permanente le riassumo prendendo spunto da questa frase di Santa Teresa di Calcutta: «Spesso si vedono fili elettrici, piccoli o grossi, nuovi e vecchi, dei cavi costosi e a buon mercato; da soli sono inutili e, finché non passa la corrente non si ha la luce. Il filo siamo noi, la corrente è Dio. Noi abbiamo la possibilità di permettere alla corrente di passare attraverso di noi e di utilizzarci per produrre la luce nel mondo, oppure possiamo rifiutare di essere usati e consentire così alle tenebre di diffondersi».

……ecco, io desidero intensamente di servire la Chiesa perché ho deciso di dare corrente a quei fili per dare la luce, io non voglio che le tenebre si diffondano, la vita è proprio annunciare la luce del Vangelo». 

Innamorarsi di Cristo è la storia d’amore più grande

Cercarlo è la più grande avventura

Trovarlo è la più grande conquista umana

 (S. Agostino)

Tiberio Soster

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