Rita ha sentito nascere nel proprio cuore la vocazione alla vita contemplativa e ora è la più giovane delle Clarisse del Monastero S. M. Maddalena a Sant’Agata Feltria (RN).
«Pace a tutti voi. Mi chiamo Rita, ho 23 anni e sono nata in un paesino nei Castelli Romani, di nome Marino.
Sono cresciuta in una parrocchia molto vivace dove ho fatto per qualche anno l’animatrice. Proprio durante un campo estivo con tutti i giovani, dalla provincia di Roma ho conosciuto Sant’Agata Feltria, luogo dove tornavo periodicamente insieme al mio parroco e ai ragazzi, e dove sei anni fa ho incontrato il Signore Gesù.
Quest’evento ha rivoluzionato completamente il mio modo di percepire Dio e la Chiesa, è stata la prima volta nella mia vita che ho sentito che Gesù era morto e risorto veramente anche per me.
Un anno dopo questo incontro con Lui, in un incontro testimonianza dalle sorelle, mi sono accorta che quello per il Crocifisso che avevo incontrato era in me un amore che durava nel tempo.
Da quel momento, come capita spesso, ho iniziato a farmi tante domande, fino ad arrivare a quella che più mi ha accompagnato: “Se Lui mi ama così, io cosa devo dargli in cambio? Dove sarà il Suo guadagno?” E continuando a camminare ho capito che Gesù non mi stava chiedendo proprio niente, ma che mi amava così, GRATIS.
Anche oggi mi rendo conto che continua ad amarmi come all’inizio, così come sono, anzi così come Lui mi ha voluta. È proprio la gratuità del Vangelo che volevo scegliere; volevo vivere in quella grazia e restituire solo il mio grazie. Non ho pensato un secondo a dove viverla, perché l’avevo toccata negli occhi di queste sorelle, dalla prima volta che le ho incontrate. Con la loro presenza e la loro vita, mi dicevano tutta la bellezza del Vangelo che è possibile vivere e mi comunicavano la concretezza con cui rispondevano a quell’amore.
E il desiderio di imparare a guardare a Cristo con quegli occhi mi ha portato, dopo un discernimento con la comunità a iniziare il mio cammino sulle orme di Santa Chiara il 6 Agosto del 2016 nella sequela del Signore Gesù. Il 26 settembre 2020 abbiamo celebrato la fedeltà di Dio nella mi vita con il dono della professione temporanea dei voti di vivere senza nulla di proprio, in obbedienza, castità e clausura.
È stata una celebrazione semplice e piena di gioia in una gratitudine anche verso la comunità cristiana nella quale questa vocazione è nata e cresciuta, ma anche verso la mia famiglia che con tenerezza ha vissuto questo giorno pur nella fatica di donare al Signore l’unica figlia e l’unica nipote.
“E’ il Signore” è la frase mi ha accompagnato verso la professione in questo riconoscimento, potremmo dire folgorante, del Signore che cammina accanto a noi, nella nostra storia e fa di noi delle creature nuove. Il Suo sguardo da riconoscere, la Sua voce da discernere in mezzo alle tante voci per trovare in Lui la guida e la meta del cammino della vita.
La mia storia continua con i suoi alti e bassi, ma avvolta della fedele misericordia di Dio che si fa carne nella cura delle mie sorelle per questo cammino: ve la affido con il cuore, confidando nella vostra preghiera perché in tutta la mia vita possa rimanere fedele a Lui, nella gioia del Vangelo che è il Signore Risorto».
Cari giovani, sarò felice di vedervi correre più velocemente di chi è lento e timoroso.
Correte “attratti da quel Volto tanto amato, che adoriamo nella Santa Eucarestia
e riconosciamo nella carne del fratello sofferente.
Lo Spirito Santo vi spinga in questa corsa in avanti.
La Chiesa ha bisogno del vostro slancio, delle vostre intuizioni, della vostra fede. Ne abbiamo bisogno!
E quando arriverete dove noi non siamo ancora giunti,
abbiate la pazienza di aspettarci
(papa Francesco, esortazione apostolica “Christus vivit”).