Che cosa prova se crediamo davvero alla Risurrezione?
Questo commento raccoglie le riflessioni di 8 persone che si sono trovate a riflettere insieme sul passo di Giovanni (20, 1-9) soffermandosi a “vedere le persone”, ad “ascoltare ciò che dicono”, “osservare quello che fanno” per poi “applicare alla propria vita”.
In primo luogo colpisce tutto il correre che c’è in questo passo di vangelo: Maria si muove per prima mentre è ancora buio, e trovando la pietra del sepolcro ribaltata, corre da Pietro e dall’altro discepolo di cui non si fa il nome – forse perché chiunque legge possa metterci il proprio -; l’evangelista lo definisce come “il discepolo che Gesù amava”. Poi anche questi due si mettono a correre assieme… C’è un comune denominatore che mette in moto queste persone, come un fuoco sotto la cenere: il desiderio di ritrovare Colui che hanno incontrato, che hanno visto morire in croce e che non si rassegnano di aver perso. Tutti loro, in modi diversi, incontrando Gesù hanno fatto l’esperienza forte della misericordia, del perdono: pensiamo a Maria Maddalena, ma anche a Pietro che ha tradito Gesù nel momento della sua passione. Ma ora sembra che tutto questo non sia bastato. Colpisce infatti l’ultima frase: “…non avevano ancora capito la Scrittura, secondo la quale Egli doveva risuscitare dai morti”.
Proviamo anche noi a metterci nei panni di questi personaggi; corriamo con Maria, con Pietro e con l’altro discepolo che Gesù amava, al sepolcro vuoto, per vivere la stessa esperienza di fede: “Entrò, e vide e credette”.
Forse quella scintilla di amore che sembrava sepolta sotto la cenere, con il desiderio di trovare in Lui il senso vero della vita e il non stancarsi mai di cercarlo, è proprio quella che fa esplodere la Risurrezione. Per credere non basta aprire la mente di fronte all’evidenza della tomba vuota, bisogna aprire il cuore all’incontro con il Risorto.
Quale senso di meraviglia, di stupore, di conferma nei loro dubbi, avranno provato quei discepoli! Possiamo assaporarlo anche noi…
Che cosa prova se crediamo davvero alla Risurrezione? Se, come quei discepoli, ci sentiamo spinti a correre verso tutti i nostri fratelli vicini e lontani con il desiderio che anche loro possano fare l’esperienza liberante dell’incontro con Gesù Risorto. Non è facile…; proviamo un senso di impotenza di fronte alle resistenze che tengono lontana tanta gente dalla fede. Ma ci rimane sempre la possibilità dell’annuncio più eloquente: la testimonianza della nostra vita, una testimonianza gioiosa che nasce dall’incontro con il Risorto.
Equipe Pastorale Missionaria