3^ settimana in preparazione alla giornata del Seminario 2024

L’omelia di oggi potrebbe partire dalle sofferenze che stiamo vivendo in questo tempo. Penso sia importante evidenziare non solo le tragedie che ci colpiscono a livello mondiale, ma anche quelle più vicine a noi, all’interno delle nostre comunità cristiane. Personalmente, come prete, sento di poter condividere alcune difficoltà pastorali o personali che mi toccano direttamente. Senza cadere nella tentazione di cercare colpe o emettere giudizi, possiamo rileggere il poema del servo del Signore e vedere in esso il paradigma di ogni sofferenza umana. Gesù stesso è stato calunniato, così come la Vergine Maria ha sperimentato il dolore profondo, specialmente sotto la croce.

Oggi possiamo rivolgere una preghiera particolare per i nostri fratelli cristiani, seminaristi e sacerdoti che, in tante parti del mondo, vivono persecuzioni e non godono di piena libertà. Possiamo fare nostra la preghiera del salmo, diventando voce di chi soffre, anche a causa della propria fede in Gesù.

Un altro aspetto su cui riflettere è la figura del prete oggi. Sento che noi sacerdoti siamo spesso oggetto di scherni o ridicolizzazioni, e a volte veniamo considerati solo per il nostro ruolo sociale. Gli scandali non ci hanno certo aiutato. È chiaro che c’è un bisogno continuo di purificare la nostra identità sacerdotale. Tuttavia, è confortante vedere tanti giovani, non solo nella nostra diocesi, che sentono la chiamata del Signore alla vita presbiterale. Li chiama a essere suoi collaboratori, annunciando il Vangelo, vivendo la sobrietà e la condivisione, e aprendo il cuore al progetto di Dio.

Infine, il Vangelo ci pone una domanda sempre attuale: oggi, la gente chi dice che sia Gesù? Le risposte variano: ci sono coloro che ignorano chi sia, altri lo conoscono superficialmente, magari dai banchi di scuola, altri ancora lo riconoscono come il Signore vivo e presente nella loro vita. C’è chi, in una visione più confusa, lo vede dappertutto in modo panteistico, rendendolo una figura vaga e sfuggente. Questa varietà di risposte ci invita a rinnovare continuamente la nostra relazione personale con Gesù. Anche noi, come seminaristi o sacerdoti, dobbiamo regolarmente ricalibrare la nostra risposta alla domanda fondamentale: “Ma tu, chi dici che io sia?”. Questa è una domanda che Gesù ci rivolge ogni giorno, e a cui siamo chiamati a rispondere con tutta la nostra vita.

A cura di don Gianluca Santini, 30 anni di ministero, parroco di Cristo Re in Padova

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